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Cool Runnings - Quattro sottozero (Cool Runnings), 1993

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view post Posted on 14/6/2020, 20:55

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Cool Runnings - Quattro sottozero (Cool Runnings) è un film statunitense del 1993 diretto da Jon Turteltaub e prodotto dalla Walt Disney Pictures.
La pellicola è ispirata alla vera storia della Nazionale di bob della Giamaica che partecipò ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988.

Te lo immagini un bobbista giamaicano?

Trama

Derice Bannock, un atleta giamaicano figlio d'arte, si allena duramente per prepararsi alla gara di qualificazione dei 100 metri piani, dalla quale usciranno i quattro atleti che rappresenteranno l'isola alle Olimpiadi del 1988.
Durante la gara però un atleta di nome Junior Bevil inciampa, facendo cadere Derice e anche un terzo corridore, Yul Brenner.
Dopo aver chiesto invano al signor Coolidge (il capo del comitato e amico di famiglia) di ripetere la gara, Derice vede una vecchia foto del padre (anche lui velocista e medaglia d'oro olimpica) con Irving Blitzer, un ex bobbista statunitense plurimedaglia d'oro olimpica nella specialità bob a 4, che però si era visto ritirare una medaglia a causa di un imbroglio anche se non viene rivelato, e ora faceva, con poca fortuna, l'allibratore proprio in Giamaica.
Derice decide quindi, dopo aver scoperto che 20 anni prima Blitzer aveva cercato di trasformare suo padre in un bobbista, di partire alla sua ricerca, cercando di convincerlo a formare la prima squadra giamaicana di bob, per avere una seconda opportunità per partecipare alle olimpiadi.
Dopo alcune titubanze iniziali "Irv" accetta, e i due, insieme a Sanka Coffee, grande amico di Derice e campione locale di go-kart a spinta e unico convinto che sia una buona idea (sebbene spaventato dall'idea di avere a che fare con il gelo), indicono una selezione per scegliere i loro futuri compagni di equipaggio.
Da questa selezione rimangono (gli altri fuggono tutti dopo una breve spiegazione di cosa fosse il bob con la frase Dovete ricordare sempre che nel bob le ossa non si rompono. No, no... si sbriciolano! ) proprio Yul Brenner e Junior Bevil, i due caduti nella gara dei 100 metri.
I quattro così si procurano il bob (una vecchia carretta durante l'allenamento in Giamaica e poi un vecchio fondo di magazzino) e iniziano gli allenamenti, e piano piano fanno progressi, grazie anche all'esperienza di Irv, che col tempo si affeziona ai ragazzi e diventa un loro grande amico che li aiuta a superare le difficoltà interne.
I quattro dopo mille peripezie (trovare i soldi per partecipare, i vestiti visto che tutti loro non sono mai usciti dalla loro isola) riescono a recarsi nella località in tempo per partecipare alle qualificazioni e nonostante il disprezzo nei loro confronti da parte di tutte le altre nazioni partecipanti (che durante gli allenamenti in pista li deridono trattandoli da dilettanti allo sbaraglio con i tedeschi orientali che una sera scatenano una rissa), riescono a qualificarsi per i Giochi olimpici invernali di Calgary, dove difenderanno i colori del loro paese, sebbene con molto dubbio, infatti Irvy deve rivelare che una volta aveva nascosto dei pesi nel bob guadagnandosi il disprezzo da ogni membro del comitato sportivo.
I ragazzi partono malissimo, forse a causa della troppa tensione e del nervosismo, determinati anche dalla voglia di non sembrare diversi da tutti gli altri e dalla voglia di essere accettati da tutto il mondo, in quella competizione assolutamente insolita per loro.
Dopo alcune discussioni i quattro ragazzi decidono di non curarsi dei pensieri del mondo esterno, e il giorno dopo si lasciano andare a tutto il loro folclore giamaicano, sfoggiando canzoni, cappellini e tutto ciò che potesse ricordare l'isola.
I ragazzi, liberi da ogni tensione, nella seconda prova si piazzano ottavi, e si guadagnano così il rispetto e l'ammirazione di tutti.
In Canada è ormai scoppiata la febbre giamaicana, e proprio quando tutto il mondo fa il tifo per loro, per un guasto meccanico i ragazzi hanno un brutto incidente, che li costringe a fermarsi a pochi metri dal traguardo.
Non si perdono però d'animo, e dopo aver preso in spalla il loro bob arrivano al traguardo sotto gli applausi scroscianti del pubblico, commosso da tanto impegno e sacrificio tanto che il campione della Germania che li aveva a suo tempo snobbati si fa promettere che si rivedranno di nuovo in pista.
Il film termina con la foto dei quattro eroi e il loro allenatore che viene appesa nella sede del comitato sportivo giamaicano.

La vera squadra

La nazionale di bob della Giamaica fece il suo debutto ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988, grazie alla passione di un allenatore statunitense che riusci a convincere il mondo che anche una nazione tropicale poteva partecipare a sport invernali.
Altre nazioni tropicali, quali Brasile, Messico, Isole Vergini, Samoa Americane, Porto Rico, Trinidad e Tobago e Antille Olandesi, formarono in seguito delle loro squadre di bob.
Sulla creazione della vera squadra, Devon Harris, uno dei membri originari, disse:

«L'idea di creare la squadra fu di due statunitensi, George Fitch e William Maloney, che avevano affari e legami familiari con la Giamaica. Videro una gara di "carretti" e pensarono che somigliasse al bob, eccetto per il ghiaccio. Poiché la partenza è una parte molto importante della gara e la Giamaica ha così tanti velocisti, pensarono di poter reclutare qualcuno degli atleti delle olimpiadi estive, ma questi non stravedevano per l'idea. Si rivolsero all'esercito e proposero l'idea al Colonnello Ken Barnes.»

I quattro membri dell'equipaggio originale erano:

Devon Harris (era stato un tenente nel secondo battaglione dell'esercito giamaicano)
Dudley Stokes (era stato un capitano dell'aeronautica giamaicana)
Michael White (era stato un soldato della Riserva Nazionale)
Samuel Clayton (era stato un ingegnere ferroviario)

A differenza di quanto fatto vedere nel film le altre squadre con maggior esperienza e conoscenze si misero subito a disposizione i loro mezzi e diedero ai quattro preziosi e utili consigli e in uno spirito definito da tutti "Veramente sportivo" li trattarono da uguali.
Malgrado i duri allenamenti e buone posizioni l'inesperienza fece la sua parte.

 
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