Acquolina sulla barriera corallina

Quando Re Tritone aveva trasformato Morgana in un blocco di ghiaccio Undertow era fuggito terrorizzato a quella vista, non aveva aspettato di vedere cosa sarebbe successo oltre, sapeva solo che doveva andarsene il più lontano possibile da quella nemesi terribile. Col cuore in gola, aveva vagato nell’oceano con l’unico pensiero di sfuggire all’ira del sovrano dei mari e di trovare un rifugio inaccessibile al potere del suo tridente, che in passato aveva già sperimentato. Era solo ora; Cloak e Dagger erano spariti e adesso chissà dove si trovavano, ma lui non aveva tempo per pensare ai suoi vecchi compagni, voleva solo andarsene il più lontano possibile e basta. Dopo aver vagato per ore, la stanchezza ebbe in sopravvento e Undertow si adagiò stremato su un corallo, con la mente ancora offuscata dalla paura. Dalla sua bocca continuavano ad uscire bolle d’aria per il respiro affannoso, poi finalmente si calmò. Intorno a lui c’era una gran tranquillità e la sua presenza non sembrava disturbare l’andirivieni dei pesci che si fermavano a cercare cibo tra i coralli. Lo squalo cominciò ad osservare il posto in cui era capitato e si rese conto di non riconoscerlo; aveva vagato per troppo tempo, confuso e spaventato, e in quel momento non riusciva a raccapezzarsi riguardo dove fosse finito. Quando fu più tranquillo si mosse dal corallo su cui aveva fatto sosta e prese a muoversi osservando la grande barriera corallina in cui era finito e che sembrava perdersi a vista d’occhio. Non aveva mai visto nulla di simile, ma in quel momento non era certo il panorama che gli interessava. Il respiro e il battito del cuore erano tornati normali e la mente era nuovamente lucida, così Undertow cominciò a pensare a come liberare Morgana da quella prigione: senza di lei sarebbe stato difficile vivere nell’oceano.

Pesci sconosciuti gli passavano accanto ignorandolo, mentre lui continuava a muoversi lungo la barriera corallina. Che fare adesso?

Anche se quei dintorni gli erano sconosciuti, in fondo, il mare gli sembrava sempre il medesimo, così Undertow si fece coraggio e si gettò nella distesa azzurra, pronto ad incontrare dei nuovi amici. Pesci sconosciuti nuotavano tranquillamente intorno a lui, evitandolo soltanto per non scontrarsi, ma questo non lo infastidiva affatto, la sua ricerca avrebbe prima o poi dato frutti e avrebbe trovato gli squali giusti.

Non appena ebbe superato un ammasso roccioso, scorse in lontananza quelli che gli parvero essere i suoi miracolosi, nuovi amici da incontrare: uno squalo martello e uno squalo mako chiacchieravano spensieratamente, anch’essi circondati da pesci volteggianti.

Era il momento giusto di presentarsi e fare nuove amicizie.

I due squali, non appena Undertow si avvicinò loro, si guardarono intorno per scoprire da dove potesse venire quella voce sconosciuta e ci misero un pochino ad individuare il loro piccolo interlocutore.

-Ehi, Fiocco, il piccoletto ce l’ha con noi! – esclamò ridendo lo squalo martello.

-Su, piccolino, torna dalla mamma, questo è un posto per grandi. – Fiocco si rivolge ad Undertow con un tono paterno - …. Come ti stavo dicendo, quella volta in cui sono andato a spasso lungo la barriera corallina, mi sono imbattuto in … - a quel punto lo squalo mako si rimise a parlare con il suo compagno, dimentico del nuovo venuto.

“Piccolino, torna dalla mamma”! Non era certo il genere di approccio che si aspettava Undertow.

-Ha! Ha! Ha! – una fragorosa risata fu la risposta alle affannose parole di Undetow da parte dei due squali, ma vedendo che il piccolo pescecane si agitava con convinzione, smisero di ridere e divennero seri.

-Agitarsi così non fa bene alla salute. – gli disse lo squalo martello.

-Vacci piano, amico, ti crediamo: sei uno squalo … ristretto. Ha! Ha! Ha! – e lo squalo mako scoppiò nuovamente a ridere imitato dal compagno.

A quanto pareva, le parole erano insufficienti ed era necessario passare ai fatti, così Undertow dimostrò che le dimensioni non contavano affatto.

Nota del master

La reazione inaspettata di Undertow ebbe effetto immediato: i due squali zittirono di colpo ed assunsero una posizione … seduta. Il tono autoritario aveva sortito il giusto risultato e per il piccolo pescecane era il momento di ricominciare da capo e spiegare le sue intenzioni.

Nota del master

Il tono perentorio di Undertow non ammetteva repliche e i due squali annuirono, poi si guardarono nei musi.

-Che ne dici, Fiocco? – domandò lo squalo martello al compagno – Gli facciamo conoscere Bruto?

-Ma Bruto è il nostro capo, Randa, che succederà se glielo facciamo conoscere? – replicò titubante lo squalo mako.

-Che ci sarà da divertirci! – esclamò Randa ridendo.

I due squali guardarono nuovamente Undertow, poi Randa parlò di nuovo.

-Vieni con noi, ti faremo conoscere Bruto; siamo sicuri che … ti piacerà.

Senza aspettare una risposta, i due squali guizzarono via nelle profondità marine, dirigendosi con sicurezza nel posto in cui probabilmente si poteva trovare Bruto. Purtroppo, però, i due squali nuotavano molto velocemente, facendosi strada tra banchi di pesci e alghe fluttuanti, in quanto conoscevano la strada. Il piccolo squalo doveva starci dietro, ma sembrava che non arrivassero mai; finché la sagoma scura di una nave, affondata chissà quanto tempo fa, non oscurò tutta la visuale. I due squali si infilarono con sicurezza nelle ampie brecce dello scafo, poi Fiocco fece capolino.

-Che aspetti? Vieni dentro! – gridò ad Undertow e poi scomparve.

Se lì dentro c’era veramente Bruto, Undertow avrebbe dovuto scoprirlo da solo, ma la nave affondata era un’incognita pericolosa. Che fare adesso? Entrare baldanzoso, dimostrando a tutti che in fondo era lo squalo coraggioso che voleva apparire oppure escogitare uno stratagemma e far uscire Bruto allo scoperto, evitando il rischio di trappole?