La sagra della primavera, role abbandonata

-Ma dove siamo? Chiese una vocetta all’improvviso.
-Che mondo è mai questo?- chiese una seconda vocetta.
-Spostati, fa vedere. – una terza vocetta si aggiunse alle altre due.
-State tranquilli ragazzi!- disse questa volta una voce con tono deciso – lasciate che vostro zio Paperino dia un’occhiata intorno.
-Io? Perché io?- questa sembrava la voce dell’interessato.
- Esci fuori da questo trabiccolo e va a dare un’occhiata qui intorno, dobbiamo pur capire dove siamo arrivati, e soprattutto lascia in pace Archimede.
Dal vano spalancato di una navetta stavano sbucando le inconfondibili sagome di Qui, Quo e Qua che invece di ascoltare il consiglio di Paperone di starsene tranquilli erano già usciti in avanscoperta, seguiti da Paperino.
-Ehi, ma quello laggiù cos’è? – chiese all’improvviso Quo indicando la sagoma di un grosso dinosauro.
-Brr! Sembra un t-rex. – aggiunse Qua – ma i i t-rex sono estinti e quello non può essere …
La frase non venne finita perché il t-rex ….

-Dovremmo essere nell’era giurassica o giù di lì. – dalla navetta provenne la voce cavernosa di Archimede che fece voltare Qui, Quo, Qua e Paperino.
-Che significa? – chiese subito Paperino
-Che siamo nella Preistoria. – rispose prontamente Qua.
-Nella preistoria? Fico! – esclamò Quo.
-Allora quello laggiù è un vero dinosauro!- aggiunse Qui.
Ma non avevano ancora finito di parlare che dalla fiancata della navetta si aprì un portellone ed uscì Paperone a bordo di un fuoristrada.
-Perdincibacco! Se Archimede non si sbriga a riparare questa nave credo che resteremo qui a lungo, ma adesso salite tutti a bordo; è più sicuro e potremo andare in giro a dare un’occhiata.
Di fronte a un tale invito nessuno poteva certo rinunciare ad una gita in un mondo tutto da scoprire. Se non fosse stato che un guasto meccanico li aveva costretti ad atterrare in quello strano posto, adesso sarebbero stati tutti a Paperopoli. Il fuoristrada con il carico di paperi si mise in moto con Paperone alla guida.
-Beh, che ne dite, ragazzi, di andare a vedere quel dinosauro laggiù, sono certo che il nostro veicolo lo incuriosirà.
-Ma quello sembra un t-rex. – disse preoccupato Qua a Paperone.
-Sciocchezze! – rispose Paperone ridendo – la nostra macchina lo spaventerà.

Il fuoristrada guidato da Paperone si dirigeva proprio in direzione del t-rex e non appena fu ad una ragguardevole distanza fu chiaro a tutti i trasportati che il dinosauro che avevano di fronte era un temibilissimo carnivoro.
-Ma … ma quello è un t-rex! – fu il grido unanime dei tre nipotini.
-Quack! – riuscì solo a dire Paperino.
-Dobbiamo andarcene subito. – gridò Paperone, dopo una brusca frenata. Il tempo di fare inversione di marcia e di vedere nello specchietto retrovisore le fauci spalancate del t-rex, sembrava la scena già vista di un famoso film.

-Ahhhhhhhh!!!! – fu il coro urlante dei paperi, che continuavano ad essere sballottati nel veicolo, inseguiti dal t-rex con le fauci spalancate. Paperone , pur avendo fatto retromarcia, manteneva a malapena la rotta di ritorno e siccome non conosceva il luogo, perché non c’era mai stato ed era inoltre spaventato a morte, sbagliò clamorosamente strada. Tenendo il volante con le mani convulse si ritrovò per un viottolo accidentato, lo sballottamento era incredibile e tutti continuavano ad urlare ogni volta che le ruote incontravano una buca o un sasso di troppo; la folle corsa terminò di brutto ed improvvisamente. Un ostacolo sul terreno si parò di colpo di fronte al fuoristrada e lo scontro fu inevitabile. Tutti i passeggeri furono catapultati fuori dalla macchina e oltre l’ostacolo contro cui avevano appena colliso e precipitarono dalla parte opposto. L’ingombro imprevisto aveva l’aspetto di una roccia o così sembrava, solo che era … munito di testa! Quello che in apparenza sembrava una roccia o qualcosa di simile era in realtà un dinosauro, che si era accucciato a riposare, probabilmente una pennichella dopopranzo. La botta sul suo, ehm …. Posteriore, l’aveva risvegliato; ancora insonnolito alzò subito la testa e cercò di guardarsi alle spalle, per vedere che cosa l’avesse colpito e, poiché non sapeva niente di automobili e meno ancora di fuoristrada, non capì cosa fosse quello strano oggetto attaccato al suo fondoschiena ma vide invece il t-rex in avvicinamento di corsa. Subito si alzò in piedi rivelandosi per chi era, cioè il terribile carnotauro Kron.
-Fuori dal mio territorio di caccia. – disse minaccioso al t-rex in avvicinamento.

-Sei in cerca di rogne? – fece di rimando Kron, era ancora insonnolito e quel brusco risveglio lo aveva messo di cattivo umore. Si piazzò ben retto in attesa che il t-rex si avvicinasse di più, gli avrebbe fatto vedere a chi apparteneva quel territorio; purtroppo il carnotauro non si era accorto che i paperi, alle sue spalle, stavano cercando di nascondersi per sfuggire all’arrivo del t-rex e alla sua presenza. Digrignò i denti e aspettò che il t-rex arrivasse: “ ma dov’è questa preda?” si stava intanto chiedendo.

“Dietro di me?” nella mente di Kron arrivò questo messaggio e quindi voltò lievemente la testa per gettare, con un occhio, uno sguardo alle proprie spalle e quello che intravide lo lasciò stupefatto: strane creature piumate e con vestiti addosso stavano brulicando alla ricerca di un riparo.
“Ma … cosa sono?” si chiese Kron “ E poi? Perché dovrei consegnarli a quest’intruso?” a questo punto il carnotauro voltò le spalle al t-rex e si mise a inseguire i paperi che a questo punto cominciarono ad urlare, continuando la loro fuga.
-Da questa parte! – gridò ad un certo punto Paperone, indicando con la mano una fenditura nella roccia. Tutti si precipitarono in quella direzione e un rifugio improvvisato fu la soluzione propizia a quello sgradevole incontro. Kron aveva visto i paperi sparire nella roccia, ma quel terreno diseguale confondeva la vista per cui si mise ad annusare, prima o poi li avrebbe scovati.

La fortuna era dalla parte dei paperi: tra le rocce si celava una provvidenziale fenditura, forse l'ingresso di una caverna, ma Zio Paperone, Paperino e Qui, Quo e Qua non avevano certo tempo per farsi una simile domanda e si infilarono in quello che sembrava essere un provvidenziale rifugio. Le rocce erano grandi e fungevano da riparo naturale a quel buco, che era troppo stretto per essere varcato da grosse creature come i dinosauri, quindi ideale per cercare un nascondiglio; l'odore fresco dei paperi , purtroppo,segnava il loro inequivocabile passaggio attraverso quella feritoia.
Kron, che per il momento aveva smesso di pensare a T-Rex, si rese conto nella sua ricerca che i piccoli pennuti erano scomparsi in qualche buco tra le rocce e cheovviamente bisognava stanarli. Certo che l'ambiente era in quel momento ostile, perché le rocce erano troppo pesanti da smuovere e se c'era un qualche buco quello era sicuramente lì sotto. Anche se era grosso, Kron non ce l'avrebbe fatta a smuovere da solo quella pietraia e i paperi erano sicuramente lì: l'odore lo confermava.
-Ehi, tu! - Kron si guardò intorno alla ricerca di T-Rex - Dove ti sei cacciato?
Un aiuto non sarebbe stato niente male.